lunedì 2 aprile 2012

Pressione alta: il killer è il sale, non più di un cucchiaino da caffè a pietanza, eppure...


Pensate che gli italiani, pur perfettamente informati del fatto che il sale, se consumato in eccesso fa male alla salute, si pensi al ruolo detenuto da questo composto sulla pressionearteriosa, quando si tratta di sedersi a tavola lo ricordano sempre? Tutt’altro! Gli italiani una volta a tavola dimenticano che le malattie cardiovascolari nel nostro Paese uccidono qualcosa come 240 mila persone all’anno, ovvero, su cento morti 40 sono ascrivibili ad infarti, cardiopatie e malattie cerebrovascolari, così come sempre i nostri connazionali dimenticano anche che 15 milioni di italiani sono di fatto ipertesi. Una situazione allarmante quella che riguarda lo stato di salute nel nostro Paese che potrebbe ricondursi alla quasi normalità se si desse ascolto alle Autorità Sanitarie, quando ci consigliano di non consumare più di sei grammi di sale da aggiungersi al cibo ogni giorno, leggi poco più di un cucchiaino da caffè.

Colpa anche degli alimenti già confezionati?

Si tratta a questo punto di capire se la colpa è solo di noi italiani che ricorriamo troppo facilmente al sale per condire gli alimenti, oppure se larga parte della responsabilità andrebbe ascritta alle industrie alimentari. E’ proprio a questo punto che bisogna additare tali industrie che in fatto di aggiunta di sale nei loro cibi confezionati non si fanno mancare nulla.Il risultato è che, se prendiamo ad esempio i crackers, anche quelli meno salati, ci accorgiamo che questi biscotti apportano già da soli una quantità di sale pari al 10% di quei sei grammi ammessi nell’alimentazione giornaliera. Ma dove si rischia di più è nella pizza surgelata, basti pensare che in un solo prodotto del genere, ad esempio, la Focaccia Rustica, si assumono con una porzione, in una sola volta, i sei grammi giornalieri consentiti. Ma va pure male pure con i risotti pronti, le zuppe e le paste surgelate ed i dadi da brodo, insomma, le industrie alimentari hanno poco a cuore la nostra salute, tanto da “salarci” in maniera eccessiva!

Prima vi ammaliamo, poi vi curiamo!

Ma a questo punto ci si chiede la motivazione per cui l’industria alimentare italiana, ma scopriamo che in America le cose vanno anche peggio, trascura in maniera tanto plateale il nostro benessere. Semplice, secondo i ricercatori, nonostante sia ormai risaputo i danni annessi ad un’alimentazione troppo salata, non si fa nulla per diminuire il contenuto di sale negli alimenti commercializzati per il semplice motivo che le industrie alimentari sono spesso le stesse che producono linee di integratori o probiotici per rimediare in qualche modo all’aumento di cloruro di sodio nelle nostre tavole. Tali composti, aggiunti ai diversi antiossidanti, hanno di fatto aperto un mercato parallelo che cerca di contrapporsi ad una dieta troppo salata. Stando così le cose, come possiamo sperare in una presa di posizione da parte di quelle industrie che da una parte ci inducono ad un’alimentazione sbagliata e dall’altra tentano di correggerla, sia pure con costi sicuramente…. salati richiesti ai consumatori?

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