giovedì 26 maggio 2016

Autismo: e se fosse tutta colpa delle mamme?


Da sempre ormai associamo l'acido folico e i folati in generale al benessere del feto se assunto dalla madre non dal primo mese di gravidanza, ma addirittura, potendo, dalla data del concepimento. Tutto ciò perché, sarebbe ormai acclarato, che la carenza di vitamine del gruppo B arrecherebbe danni seri al feto. Ma recenti studi potrebbero gettare delle ombre inquietanti su queste ormai granitiche teorie. Secondo tali lavori scientifici l'eccesso delle stesse vitamine potrebbero essere causa di autismo nel nascituro, atteso oltretutto che è ormai accertato che l'autismo ha una matrice genetica e nulla attiene ad esempio alla teoria secondo la quale a provocarlo sarebbero i vaccini assunti in età pediatrica.
Dunque, troppe vitamine B, troppi folati, che non  si ricavano solo dall'alimentazione ma in larga parte anche dagli integratori alimentari e se assunti in eccesso da quest'ultimi, sarebbero addirittura nocivi per il nascituro, come si evince dallo studiosull'autismo tenutosi a Baltimora e capitanato da ricercatori della School of Public Health della Johns Hopkins University che hanno misurato la quantità di folati e di vitamina B12 nel sangue delle mamme che hanno partorito fra il 1998 e il 2013 e poi hanno seguito per parecchi anni lo sviluppo dei neonati. Questo è quanto emerso:

a) se i folati erano quattro volte quelli considerati ottimali, il rischio che il neonato sviluppasse i sintomi di autismo raddoppiava;

b) se invece era molto alta la vitamina B12, il rischio triplicava;
c) se poi erano alti entrambi (sia i folati, sia la vitamina B12) il rischio per il bambino aumentava di 17,6 volte.
Molte mamme affermavano di aver assunto in gravidanza dei complessi multivitaminici (integratori alimentari).

Sapendo che i folati sono vitamine del gruppo B che risiedono in cibi quali gli asparagi, i broccoli i carciofi in molti frutti quali gli agrumi ma anche nei legumi e nelle uova, si evince che con una dieta sana è molto difficile che si creino ipervitaminosi, anche di vitamina B12 che si reperta nelle carni rosse. Ma sappiamo bene che negli integratori alimentari previsti per le donne in gravidanza esistono supplementazioni di questi folati il cui uso tende a sfuggire al controllo del paziente e dello stesso medico, con l'errata consapevolezza che tutto quello che è in più sia smaltito regolarmente dall'organismo. Ed invece così non è! Solo un'alimentazione ricca di frutta e verdura non arreca eccesso di queste vitamine, l'integrazione dall'esterno con preparati addizionali invece è spesso all'origine di danni al nascituro.


I folati in gravidanza

Le linee guida che l'Organizzazione Mondiale della Sanità consiglia

Nel primo trimestre di gestazione, la quantità di folati, dovrebbe essere tra 13,5 e 45,3 nanomoli per litro di sangue, mentre non ci sono indicazioni sulla quantità consigliata di vitamina B12. L'Aifa, l'agenzia di controllo dei farmaci italiana, ha inserito 400 microgrammi di acido folico al giorno nell'elenco dei farmaci per prevenire malformazioni nel nascituro, nascono infatti circa 600 bambini all'anno con la disfunzione del tubo neurale, ai quali si aggiungono i casi di labbro leporino, prematurità, basso peso neonatale eccetera. E chi pensava che l'eccesso di tali vitamine venisse escreto dalle urine, alla luce dello studio di Baltimora, forse dovrà ricredersi. E' bene tuttavia non considerare come definitivo, almeno allo stato attuale, ciò che proviene dallo studio scientifico, insomma, prima di stabilire un'associazione certa fra folati e autismo occorrono altri studi e conferme, anche perché non esistono fino adesso altri lavori al riguardo, non esiste una pubblicazione del lavoro scientifico e tutto si basa sulla constatazione di un gruppo rispettabile di scienziati che tuttavia ammettono essi stessi che sono necessari ulteriori approfondimenti prima di ratificare la veridicità di quella che oggi appare come una semplice constatazione, troppi folati, uguale autismo? Non è certo, ma possibile! Ma tale recente lavoro scientifico tuttavia ci da un'ennesima dimostrazione, ovvero, che anche gli integratori alimentari devono essere assunti su precisa indicazione del medico, in questo caso del ginecologo, perché per troppo tempo si è creduto che preparati del genere, non essendo farmaci, possano essere assunti a dismisura.
Giuliano



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