mercoledì 6 luglio 2016

Burro: ma chi l'ha detto che fa male, protegge pure dal diabete


Cade un altro baluardo per i salutisti ad oltranza che fino adesso sembra si appostassero al supermercato in prossimità del bancone dei freschi pronti ad ammonirci se solo avessimo tentato di sfiorare una confezione di burro. Su questo alimento quanti fiumi di inchiostro si sono sprecati, quante pagine di letteratura anche medica sono state utilizzate per informarci, redarguirci, consigliarci, minacciarci e sopratutto convincerci del fatto che il burro non fa male, fa malissimo! imputato numero uno delle ipercolesterolemie, ovverol'aumento della quantità di colesterolo nel sangue, restringimento delle arterie e conseguente ictus e infarti a catenelle! Ma in effetti, le cose stanno davvero così?



A rivalutare il burro scende in campo un'Organizzazione scientifica che ha effettuato uno studio inedito sull'alimento, parliamo della Friedman School of Nutrition Science and Policy della Tufts University, che ha pubblicato l'intero lavoro sulla famosa rivista

specializzata Plos One. Ciò che si evince molto bene dallo studio è che non vi sarebbe fino adesso nessuna evidenza scientifica degna di nota che possa giustificare tutti gli allarmismi che orbitano da anni ormai sul burro. Non esiste alcuna evidenza che segnali la possibilità che il burro causi il cancro e che possano aumentare a dismisura eventuali accidenti cardiovascolari annessi al burro stesso, anzi... I ricercatori hanno pure concluso che il burro possa avere un ruolo benefico per l'organismo, proteggendolo da malattie quali il diabete.
Per giungere a tale conclusione, gli esperti della Tufts University hanno imposto a 636 mila persone un cucchiaio di burro giornaliero, circa 14 grammi al dì. Durante tutto il periodo della sperimentazione, sul numero dei presenti, ne

sono morti 28 mila, si sono verificati 10 mila malattie a sfondo cardiovascolare e si sono verificati 24 mila casi si diabete, fra quelli acquisiti o già in essere. Ma, come hanno fatto rilevare gli scienziati, in nessuno dei casi patologici avvenuti, compresi quelli estremi,
si è avuto prova che il burro potesse essere causa di patologie anche gravi.
Le indicazioni della correlazione tra l'alimento, la mortalità e le malattie citate in precedenza, al contrario, sarebbero minime o addirittura insignificanti. Se poi si va ad analizzare il diabete che è si causa di altre spesso gravissime malattie, sarebbe emerso che il burro possa aiutare l'organismo a prevenire la grave patologia metabolica tanto diffusa oggi, pur prevedendo per quest'ultima acquisizione, una certa cautela da parte dei ricercatori. Sembrerebbe infatti che il ruolo protettivo ascenderebbe dalla costituzione del burro e dai suoi grassi derivati dal latte. Ora vediamo cosa hanno da dire i nutrizionisti sul burro, che troppo spesso hanno demonizzato, vediamo se, per lo meno, lo inseriscano a metà strada all'interno di un'alimentazione sana, fra l'olio extra v ergine d'oliva, le cui proprietà sono immense e lo zucchero e l'amido, due alimenti meno salutari che in grandi quantità possono divenire persino dannosi per l'organismo.


Giuliano




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