C’è
un’inquietante scoperta scientifica il cui studio è stato da recente pubblicato
su Nature, secondo la quale il temibile morbo di Alzheimer sarebbe addirittura
contagioso. Ovviamente il contagio non avviene col sistema della trasmissione
dei virus, insomma come se si trattasse di un banale raffreddore, tuttavia, se
tale tesi venisse confermata, la grave patologia potrebbe trasmettersi da un
individuo ad un altro. Come si è giunti ad ipotizzare ciò. Secondo gli
scienziati, un tassello comune unirebbe due gravissime patologie. Il morbo di
Alzheimer, appunto e il morbo di Creutzfeldt-Jacob, quello ritenuto
responsabile del morbo della mucca pazza, che pure avendo una bassa diffusione,
una persona su un milione, ha effetti finali deleteri sul paziente con veloce e
progressiva demenza fino alla morte.
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mercoledì 16 settembre 2015
martedì 23 agosto 2016
Morbo di Alzheimer: se la soluzione si trovasse nel nostro armadietto dei farmaci?
Immaginare
di poter sconfiggere le demenze ma in particolare il Morbo di
Alzheimer, la demenza per eccellenza, con un semplice farmaco
antinfiammatorio, un fans insomma, solitamente utilizzato contro il
mal di testa o le affezioni dolorose a carico delle articolazioni
sembrerebbe follia allo stato puro, ma se si va a guardare il
meccanismo d’azione di un fans quale l’acido mefenamico, nome
commerciale Lysalgo, forse lo studio che ne è conseguito potrebbe
sembrare meno folle di quanto è stato osservato, sia pure
sperimentalmente da ricercatori inglesi. Lo
studio cui ci si riferisce è stato pubblicato sulla rivista scientifica
Nature Communic ations ed è stato capinato da David Brough
dell’Università di Manchester il quale avrebbe concluso che almeno
sui ratti di laboratorio, l’utilizzo di questo fans avrebbe sortito
come effetto la cura dell’infiammazione a livello del cervello dei
ratti e la conseguenza inversione della perdita di memoria che si
sarebbe di fatto ripristinata.
giovedì 21 febbraio 2013
Ricerca scientifica: nuove acquisizioni su Morbo di Alzheimer
Il
cammino della ricerca scientifica in ambito alle malattie degenerative
neurologiche è lento ma progressivo, lo dimostra l’attenzione dei ricercatori
nei confronti di quelle patologie cerebrali, come di fatto sono le demenze
senili, primo fra tutti il Morbo di Alzheimer, oggi che siamo in grado non solo
di stabilire l’esatta causa di queste gravissime malattie ma anche di
incamminarci verso un futuro quanto mai prossimo il cui traguardo sarà dato
dalla cura definitiva di tutte quelle patologie che determinano un progressivo
e irreversibile danneggiamento delle cellule cerebrali.
mercoledì 19 settembre 2012
Morbo di Alzheimer: si abbassa l'età in cui ci si può ammalare, ma un vaccino potrebbe salvarci
Il Morbo di Alzheimer
spaventa sempre di più, anche alla luce del fatto che si sta abbassando
l’età di insorgenza della malattia, visto che dopo i 50 anni le
probabilità che la patologia si faccia strada si è elevata
sensibilmente rispetto al passato. Ne deriva che il mondo scientifico da un po’
di tempo invita i medici a prevedere una serie di controlli accurati su quei pazienti che abbiano sia pure di poco superato i 50 anni d’età anche in assenza di sintomi importanti. Secondo il Dipartimento
di Neuroscienze
dell’Università di Roma Tor Vergata e della Fondazione Santa
Lucia con a capo Giovanni Carlesimo, Andrea Cherubini, Carlo Caltagirone e
Gianfranco Spalletta, dalla valutazione congiunta,
neuroradiologica e neuropsicologica, è emerso che nei soggetti
al di sopra dei 50 anni le basse prestazioni ai test di memoria sono correlate
a significative alterazioni microstrutturali a livello dell’ippocampo, sede dei
danni causati da fattori fisici e chimici ed anche traumi al punto che anche le
momentanee perdite della memoria in questi soggetti ancora giovani, dovrebbe
indurre medici e pazienti ad indagare a fondo sull’integrità delle strutture
dell’ippocampo stesso.
domenica 8 gennaio 2012
Morbo di Alzheimer: insieme al Parkinson, che strumenti abbiamo per curarli?
Quando parliamo di Morbo di Alzheimer e di demenze in generale, è importante annettere grande importanza ai progressi scientifici compiuti soprattutto negli ultimi decenni che, se da una parte non ci hanno ancora consentito di trovare la soluzione a queste gravissime malattie, dall’altra però ci consentono oggi, per lo meno, di stabilire le cause di queste temibili patologie, situazione questa che oggi ci consente di immaginare una soluzione a breve rappresentata da un futuro che ci affranchi da queste e altre malattie neurodegenerative. Ma quali sono i traguardi che la scienza ha raggiunto o si è prefissa di toccare nei riguardi delle malattie cerebrali?
sabato 9 giugno 2012
Morbo di Alzheimer: perchè la donna si ammala di più?
Quando
parliamo di Morbo di Alzheimer e di demenze in generale, è importante annettere
grande importanza ai progressi scientifici compiuti soprattutto negli ultimi
decenni che, se da una parte non ci hanno ancora consentito di trovare la soluzione
a queste gravissime malattie, dall’altra però ci consentono oggi, per lo meno,
di stabilire le cause di queste temibili patologie, situazione questa che oggi
ci consente di immaginare una soluzione a breve rappresentata da un futuro che
ci affranchi da queste e altre malattie neurodegenerative. Ma quali sono i
traguardi che la scienza ha raggiunto o si è prefissa di toccare nei riguardi
delle malattie cerebrali?
lunedì 3 aprile 2023
Morbo di Alzheimer: anche il ballo potrebbe aiutare nel prevenire la grave malattia
Una
recentissima ricerca scientifica americana avrebbe messo al centro
del benessere degli anziani il ballo, non soltanto ai fini della
migliore circolazione sanguigna, ottenendo anche un miglioramento
dell’ossigenazione a livello cerebrale, ma anche associato al
miglioramento delle funzioni cognitive, riducendo in questo modo
l’atrofia cerebrale.
giovedì 17 gennaio 2019
Morbo di Alzheimer: nuova molecola apre la strada a nuove cure
La ricerca volta ad una cura definitiva contro il Morbo di Alzheimer è in fase avanzata e galoppante. Da qui a ritenere che siamo vicini ad una soluzione definitiva sarebbe azzardato e poco serio. C’è però da segnalare un intervento del tutto inedito volto, se non a guarire dalla malattia, almeno a ritardarne l’esordio sopratutto rallentandone i sintomi. Lo studio è italiano e stride non poco con la decisione della Casa farmaceutica Pfizer di abbandonare ogni tipo di ricerca medico scientifica contro il Morbo di Alzheimer. Ma lo sconforto che aveva sortito tale decisione da parte del colosso farmaceutico Pfizer non deve assolutamente far ritenere che non si investa e non si studi contro questa subdola e insidiosa malattia dei nostri giorni.
domenica 31 luglio 2016
Fai l'avvocato? Non morirai mai di Alzheimer!
Se
fai l'avvocato, nella vita potrà capitarti di tutto, meno che morire
un giorno del Morbo di Alzheimer,
per la semplice ragione che non ti
ammalerai mai di questa temibile patologia.
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sabato 9 luglio 2016
Birra: e se proteggesse dal Morbo di Alzheimer?
Che
il Morbo di Alzheimer sia una malattia molto grave e sopratutto
diffusissima fra la popolazione anziana, non vi sono dubbi, al punto
che gli scienziati sono persino d'accordo nel ritenere che stante
l'aumento della vita media dell'uomo, tale patologia neurologica
potrebbe essere a breve quasi ineluttabile fra gli anziani, come una
sorta di fio da pagare per il fatto di vivere più a lungo. Ciò che
non sapevamo è che una
bevanda alcolica come la birra,
potesse
avere un ruolo importante proprio nel contrasto dell'Alzheimer.
venerdì 13 gennaio 2012
Morbo di Alzheimer: i diabetici si ammalano 85 volte di più
Un po’ a sorpresa la notizia che il diabete di tipo II ed il Morbo di Alzheimer avrebbero più di un filo conduttore che li lega. A giungere a questa straordinaria scoperta una ricerca denominata ‘Insulin activated Akt rescues Aβ oxidative stress-induced cell death by orchestrating molecular trafficking’, nata dalla collaborazione tra gli Istituti di biomedicina e immunologia molecolare (Ibim) e di biofisica (Ibf) del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) di Palermo e il dipartimento di Fisica dell’Università di Palermo. Al centro dello studio, pubblicato su Aging Cell, gli effetti della somministrazione di insulina su un modello di cellule neuronali, precedentemente trattate con piccoli aggregati della proteina beta-amiloide (A-beta), coinvolta nell'eziopatogenesi della malattia di Alzheimer.
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venerdì 27 gennaio 2012
Morbo di Alzheimer: scoperto il vaccino che lo guarirà
Potrebbe essere giunta la vera
risposta da parte della scienza contro il Morbo di Alzheimer, senza per questo
immaginare di essere ancora giunti alla soluzione definitiva della malattia. Tuttavia,
l’ultimo ritrovato scientifico messo a punto dal CNR, ovvero, dall’Istituto di
Genetica e Biofisica e dall’Istituto di Biochimica delle Proteine, apre
sviluppi immediati e speranze quanto mai concrete verso questa temibile
patologia che, oltretutto, si fa sempre più strada nell’uomo moderno. Il lavoro
fin qui svolto è stato pubblicato sulla rivista Immunology and Cell Biology.
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martedì 12 giugno 2012
Morbo di Alzheimer: un semplice esame del sangue per rivelarlo
Il Morbo di Alzheimer resta fino adesso una delle
patologie più gravi e di difficile diagnosi. Ma al di là della gravità della
patologia, in aggiunta al fatto che fino a qualche decennio fa la diagnosi era solamente
presuntiva poiché non esisteva alcuna possibilità di diagnosticare la malattia
in vita, oggi, in aggiunta a tutte le tecniche diagnostiche in grado di
scoprire la malattia, c’è un semplice esame del sangue in grado di palesarci la
progressione del morbo.
mercoledì 23 gennaio 2019
Morbo di Alzheimer: vicini al vaccino che lo sconfiggerà
E
se parlando del Morbo di Alzheimer fossimo ad un passo dallo scoprire
un vaccino preceduto da un apposito test in grado di ritrovare la
patologia prima che si manifesti con i sintomi che la caratterizzano
e fossimo con questa metodica in grado di sconfiggerla
definitivamente? Scienza o sogni di chi ha a cuore la sconfitta
definitiva di questa temibile patologia che, stando alle evidenze, si
presenta con sempre maggiore frequenza e spesso anche precocemente?
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giovedì 17 agosto 2023
Ultrasuoni che curano tumori, Parkinson, depressione e tanto altro, una vera rivoluzione!
La
notizia che giunge in questi caldi giorni di agosto è, ovviamente se
suscettibile di conferme successive, di quelle che ci allietano,
dando risalto a quella che potrebbe essere una svolta terapeutica per tanti
malati di Parkinson, di depressione, di ansia patologica e persino per tanti malati di tumori. Parliamo di ultrasuoni e, precisamente di
“Rivoluzione ad ultrasuoni”, così è stato titolata la serie di
lavori scientifici sul tema, condotta nel mondo, Italia compresa.
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martedì 21 marzo 2023
Calciatori professionisti: Alzheimer e demenza aumentati per i troppi colpi di testa!
I
calciatori professionisti avranno tanti privilegi nel corso della
loro carriera, sopratutto se militano nelle squadre maggiori, ma lo
sport da loro praticato non è esente da rischi e non parliamo degli
infortuni sul campo da gioco, atteso che il calcio come molti altri
sport presenta pericoli durante l’attività, né ci riferiamo a
quanto sta emergendo nell’ultimo periodo a proposito dei farmaci
utilizzati per anni sui calciatori, probabilmente senza alcuna
prudenza.
giovedì 31 gennaio 2013
Vino rosso: un toccasana contro Alzheimer, infarti, ictus e tumori
Sfatando tutte quelle
teorie secondo le quali bere vino, anche se in modica quantità, farebbe sempre
male, una ricerca scientifica
statunitense, sarebbe addivenuta a ben altra conclusione rappresentata dal
fatto che, bere vino rosso, nella giusta quantità, non solo farebbe bene alla
salute, ma in qualche modo allontanerebbe lo spettro del Morbo di Alzheimer e
di altre gravissime malattie.
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giovedì 23 marzo 2023
Cannella: una probabile cura contro l'Alzheimer, le demenze e non solo!
Chi non conosce la cannella, la ritroviamo in cucina o in pasticceria, insomma una spezia versatile che trova impiego in gastronomia ma della quale forse non tutti conoscono le qualità in ambito medico, perché più appannaggio di una medicina poco seguita in occidente, parliamo della medicina indiana e cinese, ma che ci traccia un quadro preciso su questo prodotto della natura e per certi versi persino sconvolgente. Ad esempio, sapevamo tutti che la cannella è in grado di ridurre la perdita della memoria migliorando, contestualmente, l’apprendimento? Non siamo sicuri che tutti siano a conoscenza di queste doti della cannella, eppure gli studi scientifici più recenti, se ne vantano più di 40, su oltre 2.000 ospitati nelle pagine di PubMed, solo per citare il database mondiale che racchiude lavori scientifici di respiro internazionale raccolti con cura dal 1949 fino ad oggi, avvalorano l'idea che la cannella sia un concentrato di benessere per la nostra salute.
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lunedì 9 aprile 2012
Morbo di Alzheimer: ecco come evitare che il paziente si perda
Chi si prende cura di un ammalato di Alzheimer, così come
chi è affetto da tale patologia ed è ancora in una fase iniziale
della malattia, ben sa cosa significhi, in aggiunta a tutte le difficoltà
annesse allo stato, perdere nella città il parente o l’amico malato, o sapere,
per un paziente, di non essere più in grado di ritrovare la
via di casa, con un carico di ansia e preoccupazione che tale
stato determina nel paziente e nei parenti che lo accudiscono. Ma oggi la
soluzione a questo problema potrebbe essere lì, a portata di mano ed ad un
costo quasi risibile.
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lunedì 23 aprile 2012
Morbo di Alzheimer: attenzione a questo farmaco
Attenzione
ad un farmaco utilizzato dai malati di Alzheimer che, a giudizio della Pubblic
Citizen, una importante Associazione di difesa dei Consumatori, dovrebbe essere
ritirato dal commercio a causa dei gravi effetti collaterali che la molecola
farmacologia potrebbe essere in grado di determinare.
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