giovedì 16 giugno 2016

Farmaci contro il colesterolo "cattivo": e se non servissero a niente?



Strana la scienza medica, l'ultimo esempio in ordine di tempo ci viene dalle statine, per anni sbandierate come farmaci non solo in grado di abbassare sensibilmente il colesterolo “cattivo” nel sangue, causa di infarti e ictus, non solo in grado di proteggere l'organismo da certi tipi di cancro, non solo una sorta di toccasana per il nostro corpo nei confronti di altre grave patologie e oggi scopriamo che negli ultrasessantenni e non solo per loro, le statine potrebbero essere inutili e addirittura una recente ricerca scientifica assolverebbe persino il colesterolo Ldl, quello appunto cattivo. 

Secondo tale ricerca il colesterolo Ldl, oltre a non essere del tutto complice degli accidenti cardiovascolari, potrebbe persino essere protettivo nell'uomo nei confronti di malattie infettive e in certi tipi di cancro. La ricerca sarebbe sconvolgente e sicuramente in controtendenza con quanto appreso fino ad oggi, tuttavia proviene da studi ripetuti effettuati da un cospicuo gruppo di cardiologi di nazionalità diverse, almeno di 17 Paesi al mondo che hanno pubblicato, fin ora, ben 19 studi analizzando la vita di ben 68.000 persone. Uno studio o meglio, tanti studi per sconvolgere quello che era divenuto un vero e propria assioma della moderna medicina che ha già destato un eco sinistro nel mondo scientifico che si è rivoltato contro queste inedite novità. Lo dimostra la reazione della British Heart Foundation, fautrice delle statine, che obbietta veementemente come il legame fra colesterolo “cattivo” e malattie cardiovascolari siano acclarato e come le statine rappresentano un baluardo per opporvisi.

Tuttavia gli autori della ricerca - guidati da scienziati di Regno Unito, Irlanda, Svezia e Stati Uniti - difendono la loro scoperta. E insistono:
 "La nostra revisione richiede una rivalutazione delle linee guida per la prevenzione cardiovascolare e, in particolare, sui benefici delle statine". Aseem Malhotra, cardiologo inglese, dice: "Le prove scientifiche rivelano che dobbiamo smettere di fare allarmismo quando si tratta di colesterolo e malattie cardiache, e fare invece particolare attenzione alla resistenza all'insulina, il fattore di rischio più importante come precursore di molte malattie croniche". Un altro autore, il Sherif Sultano, della University of Ireland, ha dichiarato: "Abbassare il colesterolo con i farmaci come prevenzione cardiovascolare primaria in chi ha più di 60 anni è uno spreco di tempo e risorse". Ma molti esperti non sono convinti da questi nuovi risultati. Per Jeremy Pearson, associate medical director della British Heart Foundation, si tratta di risultati "che non sono sorprendenti, perché quando diventiamo più anziani molti altri fattori che determinano la nostra salute generale rendono l'impatto dei livelli elevati di colesterolo meno facili da individuare". 
Ed infine, ecco il parere di John Danesh dell'Università di Cambridge, "la conclusione di questo rapporto è contraddetta da una grande quantità di importanti studi che mostrano una riduzione del rischio di attacchi di cuore e ictus sia in anziani che in giovani che assumono farmaci per abbassare il colesterolo". Insomma, cambia qualcosa in tema di statine, oppure tutto cambia per restare come prima?




Giuliano

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